venerdì 10 giugno 2011

Saudade italiana

giovedì 28 aprile 2011

sabato 2 aprile 2011

Virgolette a sproposito

Questa la voglio segnalare a Pazzo Per Repubblica. Anche se lo screenshot è del Corriere.it di due giorni fa.

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giovedì 17 marzo 2011

L'ipocrisia del risparmio energetico


Facciamo un accordo: non parliamo più di risparmio energetico, ok? O perlomeno parliamone in modo diverso. Il problema è che si rischia di suonare ipocriti, quasi tutti, me compreso (naturalmente). Il risparmio energetico non sazierà la crescente sete d'energia del mondo, mettiamocelo bene in testa. Può aiutare tantissimo, ma non lo salverà a meno che non si intervenga in maniera, non drastica, ma quantomeno sensibile sulle nostre abitudini di vita. E cambiare le proprie abitudini è fastidiosamente faticoso. Perché non penseremo di certo che spegnere qualche interruttore la sera possa bastare?

Molto spesso le scelte di risparmio energetico sono rimandate ad un futuro prossimo che non arriva mai: un classico. È facilissimo riempirsi la bocca dei pannelli solari che installeremo nella nostra futura casa. Poi la casa arriva, i pannelli solari non sono ancora economicissimi e allora ci ripromettiamo di metterli il prossimo anno. Magari li venderanno a metà prezzo da
Trony, perché prima ancora dell'energia ci piace risparmiare sui soldi. Ed è qui il nodo della questione: inquinare costa pochissimo.

Adoriamo il risparmio energetico ma non sappiamo resistere alla comodità della macchina nel tragitto
casa-lavoro, perché nei mezzi pubblici "la gente puzza". Come dire di no alla convenienza dei viaggi a basso costo? "Consumiamo troppo": lo ripetiamo spesso, ma poi saltiamo sul primo inquinantissimo aereo per Londra. Il turismo di massa è uno dei frutti più prosperi dell'odierno consumismo, non scordiamocelo. Possiamo avere in mente gli ideali d'avventura più sinceri mai concepiti sulla faccia della terra ma se riuscite ad andare dall'altra parte del globo ad un prezzo relativamente contenuto è tutto merito del consumismo. Che ha molte pecche, sia ben chiaro, ma anche qualche vantaggio.

Il problema è questo: consumare ci piace, tanto, e consumare inquina. Vogliamo tutti l'
iPhone, la digitale, la macchina, la moto e il weekend nella capitale europea. Sono tutte cose bellissime e che, tra l'altro,danno lavoro ad un sacco di gente. Per produrre tutte queste cose serve molta energia, di qualsiasi genere. Nel giro di una ventina d'anni ne servirà ancora di più visto che i cinesi e gli indiani si sono messi in testa di raggiungere il nostro livello di benessere. Valli a capire.

E allora quando riflettiamo sul risparmio energetico, pensiamo anche a tutti questi svaghi che fanno ormai parte del nostro stile di vita e che affascinano miliardi di altre persone (altrimenti non si dannerebbero l'anima per diventare ricchi come noi). Risparmiare energia non vuol dire soltanto spegnere la luce di troppo. Non si può mitizzare il risparmio energetico se poi usiamo la macchina per andare a comprare il latte e usiamo l'aereo in continuazione. Le cose sono due, almeno dal mio punto di vista: o si cambia vita rinunciando a molte degli aggeggi sopracitati oppure si dice: "A
doro il mio stile di vita e voglio fare in modo che sia sostenibile anche nel futuro senza danneggiare l'ambiente: come fare?".

mercoledì 23 febbraio 2011

Vecchioni sul corpo delle donne



Prendila te quella col cervello,
che s'innamori di te quella che fa carriera,
quella col pisello e la bandiera nera
la cantatrice calva e la barricadera
che non c'è mai la sera

La posizione dell'Italia sulla rivolta libica



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lunedì 21 febbraio 2011

Rivoluzione all'italiana



La cosa più divertente delle persone che invocano la rivoluzione in Italia (come quella egiziana o tunisina) è che pensano si tratti di qualcosa che arrivi così, dal nulla. Come il vento. "Ma quand'è che arriva anche da noi?". Manco fosse l'influenza. Basta dare un'occhiata ai commenti che compaiono ogni giorno su Facebook alle notizie dell'ennesima rivolta scoppiata in Africa e Medio Oriente. Ridicoli.

Che fine ha fatto il compenso di Roberto Benigni?



Si continua ancora a parlare del compenso percepito da Roberto Benigni per la sua partecipazione alla serata del Festival di Sanremo dedicata all'Unità di Italia. Gira voce che l'attore/regista toscano abbia devoluto 250mila euro all'Ospedale Meyer di Firenze. Una voce che in molti danno per vera, ma che finora nessuno ha ancora confermato ufficialmente. E perché mai qualcuno dovrebbe farlo?

Eppure questa indiscrezione continua a diffondersi in tutti i social network, viene presa come una verità inoppugnabile. E allora io mi chiedo: ma anche se il Premio Oscar italiano si fosse tenuto il bel gruzzoletto tutto per sé, la sua performance sarebbe stata meno apprezzabile? Sembra quasi che, soprattutto "a sinistra", la presunta beneficenza sia un modo per mondare Benigni del suo unico "peccato": la ricchezza o il fatto che alla sua capacità di acchiappare il pubblico corrisponda una cachet a cinque zeri.

Come a dire: "Ha preso un sacco di soldi, ma li ha dati via per una buona causa. Bravo, bis!". Io dico "bravo e bis" e chissene della fine che hanno fatto tutti quei soldi. Se li è pappati tutti lui? E allora? È stato pagato per spiegare agli italiani l'inno nazionale di Mameli, il pubblico ha risposto bene (vedi boom d'ascolti) e la Rai ha raccolto milioni in introiti pubblicitari.

Per quale motivo, ogni qualvolta Benigni compare in televisione, si finisce subito a parlare del suo compenso? Era già successo per "Parla con me" e alla fine, in un modo o nell'altro, ci andò a titolo gratuito. Gli amici di Berlusconi sono sempre bravissimi a sottolineare gli elevati compensi percepiti da personaggi che, come Benigni, sono riconducibili a sinistra perché sanno che da quelle parti si pensa ancora alla ricchezza come una colpa. E il popolo di sinistra ogni volta ci casca.

venerdì 18 febbraio 2011

I testicoli del Cavaliere

"Adesso ho capito perché Venezia sta affondando. È sotto il peso delle gigantesche palle di Silvio Berlusconi" - Jon Stewart
Qui potete vedere il video dell'intervento al Daily Show.

Il cavaliere bianco

Interessante curiosità di Claudio Cerasa a proposito del compagno equino che ieri sera ha accompagnato Roberto Benigni sul palco di Sanremo.
Mi sembra originale che nessuno, mi pare, si sia accorto che l’ultima volta che Benigni si è fatto riprendere su un cavallo bianco è stato durante un film che si chiama la Vita è bella e in cui Benigni, per sfidare gli invitati a quel cenacolo composto prevalentemente da nazisti, per l’appunto, entrava a salvare la sua bella con il suo famoso cavallo bianco. Così, giusto per ricordare.

Tutte le strade portano a Berlusconi?


Leggendo questo post di Francesco Costa, pare proprio di sì:
Il motivo per cui mi sono incazzato è un altro: che in otto mesi di lavoro al Post ho letto i commenti a migliaia di articoli e ho scoperto come praticamente quasi qualsiasi articolo, di qualsiasi fatto parli, suscita sempre almeno un commento che mette in relazione quel fatto a Berlusconi.
Un po' come la celebre Godwin's law, con Berlusconi al posto di Hitler.

giovedì 17 febbraio 2011

"Se non ora, quando?"

Rosy Bindi candidata del Centro-Sinistra?

Cari elettori di Centro-Sinistra,
siete liberissimi di sostenere la candidatura di Rosy Bindi.
Basta che, quando si tratterà di affrontare temi spinosi (matrimonio gay, eutanasia e chi più ne ha più ne metta), non smaronate i coglioni al resto del paese con la storia che la Chiesa decide la politica italiana.



martedì 1 febbraio 2011